Eterna attualità di Bach
Biennale Tecnologia, in collaborazione con Polincontri Musica, ospita nel contesto del festival Back TO Bach, una nuova tappa del progetto pluriennale di esecuzione integrale di alcune raccolte fondamentali del repertorio per strumenti a tastiera di J.S. Bach; una iniziativa che viene condivisa con musicisti torinesi di riconosciuto valore a livello internazionale e in collaborazione con importanti istituzioni culturali della città.
Il programma musicale è incentrato su un’opera fondamentale di J.S. Bach che, oltre lo straordinario valore didattico, ha influenzato la creatività di molti compositori successivi, tra i quali l’italiano Ferruccio Busoni: il “Clavicembalo ben temperato” di cui si celebra quest’anno il 300° anniversario (1722- 2022).
Il concerto prevede l’esecuzione dei Preludi n. 2, 3, 6, 17 e 21 dal Clavicembalo ben temperato, vol. 1, alternati agli Studi che Busoni compose ispirandosi ai suddetti Preludi. Completano il programma il Preludio e Fuga in mi minore BWV 533 (Appendice sull’arte della trascrizione all’edizione del Clavicembalo ben temperato, vol.1) di J.S. Bach – F. Busoni e la Partita n. 1 in si bemolle maggiore BWV 825 di J.S. Bach.
RIVEDI LO SPETTACOLO
Musica ritrovata #Bach
Installazione sonora di Cristina Saimandi e Gianluca Verlingieri
Concept e sound design: Gianluca Verlingieri
Sculture e design allestimento: Cristina Saimandi
Supporto tecnico: Dario Giordano
Ispirata sia come materiali impiegati che come apparato tecnologico a criteri di sostenibilità, l’installazione Musica ritrovata #Bach, concepita dal compositore Gianluca Verlingieri, si presenta come una selva di canne sonanti le cui sommità, variamente modellata dalla scultrice Cristina Saimandi, diffondono estratti ed elaborazioni elettroniche di pagine bachiane. Per ascoltare sarà necessario avvicinarsi e accostare l’orecchio, come si farebbe con una conchiglia, o con labbra sussurranti. In un mondo dominato da un continuum sonoro ubiquo e spesso invasivo, specie come livello di pressione acustica, tale atto rappresenta idealmente un invito ad un ascolto più intimo e meno passivo.