Pensare l’economia della pace in tempi di guerra
Pensare una politica economica per la pace, in tempi di guerra, è possibile. La pace, infatti, richiede una specifica architettura economica, che riguarda in primo luogo l’allocazione delle risorse disponibili in un sistema economico e, in secondo luogo, l’interdipendenza e la cooperazione tra diversi stati.
Le economie di guerra, nel lungo periodo, sono destinate inesorabilmente al declino. Pertanto, è necessario elaborare un’architettura istituzionale per la pace in cui venga depotenziato il carico improduttivo e distruttivo delle spese militari a favore di investimenti produttivi per le società. In questa prospettiva, si limita sostanzialmente il valore attribuito all’idea strategica della deterrenza che, innanzitutto, se malamente applicata, può esacerbare i conflitti, ma che in ogni caso non favorisce lo sviluppo economico nel lungo periodo.
Ospiti
Raul Caruso
Introduce
Carlo Cambini
È professore ordinario di Economia Applicata e Coordinatore del Collegio di Ingegneria Gestionale al Politecnico di Torino. Si occupa di economia industriale, antitrust e regolazione dei mercati, e impatto delle nuove tecnologie digitali.