Guerra e morte: il caso di Patroclo
Nel XVI libro dell’Iliade, il poema che è all’origine della nostra letteratura cambia improvvisamente e Patroclo, compagno e amico prediletto di Achille, diventa protagonista.
Dopo aver pregato l’eroe dell’ira di lasciarlo combattere al suo posto, entra in battaglia, terrorizza i nemici e l’avanzata troiana si ferma. Le sorti della guerra in pochi istanti sembrano sovvertite, tutto pende dalla parte del giovane dolce e comprensivo ora divenuto sanguinario e spietato, al punto che Patroclo dimentica ogni raccomandazione, supera la misura umana e va incontro al suo destino. È un momento decisivo, in cui i cantori omerici mostrano che la guerra con facilità acceca chi vi partecipa e che la morte è ciò a cui porta, inesorabilmente. E tuttavia, la morte cambia i vivi. Il dolore spingerà Achille a una trasformazione drammatica capace di renderlo definitivamente uomo. Forse è per questo che un grande nemico di Omero, Eraclito di Efeso, detto l’Oscuro, arrivò a scrivere in uno dei suoi più famosi frammenti dal sapore aforistico che “Polemos è padre di tutte le cose”?
Ospiti
Matteo Nucci
Location
Istituto Treccani
Piazza dell'Enciclopedia Italiana 4
Roma